In questi ultimi mesi mi hanno investito tornado, cicloni, tempeste.
Sono nel bel mezzo di diversi vortici, e non so bene cosa stia succedendo. Dovrei dire negli ultimi anni, in realtà, di cui gli ultimi mesi sono una conseguenza a stretto giro.
Sicuramente, come si dice, quando uscirò dalla tempesta ci vedrò chiaro, ma per adesso vedo solo polvere, che mi va in gola e negli occhi e mi impedisce il respiro e lo sguardo.
Per fortuna ci sono le lacrime, a lavare via i granelli.
Come sempre scrivo per appuntarmi delle cose che mi arrivano, in pancia o nel cuore, prima di rimuoverle nel turbinio dei giorni.
Una è questa: vorrei cercare di imparare a smettere di “confezionarmi” per andar bene.
Una fatica immane.
Una elemosina continua.
Immagino che sia vero ciò che dicono… chi mi ama, o mi ha amato o mi amerà, lo farà per quello che sono, non per quello che potrei essere, per quello che prometto sarò, per parti e pezzi di ciò che sono…
… è l’acqua calda? Pazienza.
Per me non lo è.
Anzi. È una vita che bado a rendere gradevole la confezione e a sistemarne i dettagli…
Ci si sceglie. Ci si riconosce. Dicono.
Già, dicono. Per me è un’esperienza nuova da venire, ancora. Resto in attesa.